Storia della Nuova chiesa parrocchiale


La storia


“…Raccomandando alla carità dei buoni l’opera santa e necessaria della costruzione della nuova chiesa di Casorezzo…” Ecco cosa scriveva l’arcivescovo di Milano Cardinale Ferrari al parroco di allora don Gaetano Goy (dal 1889-1930) che, in un periodo di difficoltà economiche, si trovò a decidere su cosa fare della chiesa parrocchiale di Casorezzo.
Facendo un po’ di storia, dall’esame dei documenti si scopre che, a parte la chiesa di San Salvatore, per lungo tempo rimasta fuori dal centro abitato, l’unica parrocchiale allora era la vecchia chiesa, quella che ancora vediamo all’inizio della via Roma verso la piazza san Giorgio. Questo edificio, risultava essere all’epoca come descritto dal cardinale Ferrari “…così bisognosa che ne vidi poche…” Era il 1901.
Ma questa necessità di ristrutturare la vecchia chiesa non era pensiero nuovo a Casorezzo: infatti per tutto l’800 (pare partendo da Napoleone), i casorezzesi e i parrocci si ingegnarono a cercare di risolvere il problema, nonostante le difficili condizioni economiche. Dice ancora don Gaetano Goy nel discorso d’apertura per la costituzione del Comitato pro erigenda ecclesia l’8 novembre 1908, tenuto nella sala del Consiglio Comunale davanti a tutta la popolazione: “… Non occorre rifare la storia tutta intessuta di desideri e di sospiri, di visite e di misure: di disegni e di preventivi che da si gran tempo, come in un sogno penoso hanno danzato la ridda intorno alla nostra povera chiesa. Tutti, i parroci, tutte le fabbricerie, tutti i sindaci da un secolo in qua se ne sono occupati…”
Tentativi che noi sappiamo essere rimasti senza risultato, lo stesso don Gaetano ci spiega il perché: “…La prima, perché è sempre mancata una grande spinta che desse l’impulso al primo andare. La seconda, perché il popolo si trovò in condizioni economiche non molto floride…”. Nonostante tutto si tentò di porre rimedio: si progettò di allungare la chiesa dall’abside sul terreno dei conti Caccia Dominioni, ma l’ingente spesa cozzava con l’inopportuna posizione della chiesa ad angolo sulla piazza e con la via pubblica rasente l’ingresso principale. Inoltre, a quanto risulta dalle descrizioni, gli interni in quantoad altezze, larghezze e armonie architettoniche dovevano essere non giustificabili dal punto di vista economico. E così don Gaetano e Casorezzo poterono chiudere la diatriba sulla chiesa dicendo: “…Ecco le cause per cui nostri buoni vecchi non hanno mai potuto concludere nulla. Tuttavia i loro desideri e speranze e tentativi falliti non furono senza nostro vantaggio.”
Il vantaggio era poter poi concentrare le risorse su un nuovo progetto e non sulla riqualificazione della vecchia chiesa ormai non più funzionale.
Sotto l’impulso della Curia ambrosiana e grazie alle migliorate condizioni economiche per la nascita dell’industria, le migliorie in agricoltura e la crescita della popolazione, don Gaetano Goy pensò di spronare la popolazione a fare quanto necessario: costruire la nuova chiesa parrocchiale.
I conti Caccia Dominioni offrirono terreni e una ragguardevole cifra per iniziare la sottoscrizione e per raccogliere i fondi, il Comitato pro erigenda ecclesia consigliato anche da un lungimirante parroco, decise di fondare la nuova chiesa sulla mezzeria della piazza, al posto del prebenda parrocchiale (ovvero proprietà della parrocchia) del cortile del “massaro”.
Questa scelta comportò un riordino del patrimonio sul lato sud della piazza San Giorgio, e impegnò la parrocchia a riorganizzare tutte le proprietà:
– demolendo la prebenda parrocchiale (1907) e ricostruendola a destra della chiesa nelle cosidetta casa dell’ex-sacrista e più tardi nell’abitazione del coadiutore (1947);
– vendendo la vecchia chiesa parrocchiale per trovare fondi (1924).
– lasciando la vecchia canonica nella posizione attuale (e solo riedificata nel 1971).
La spesa complessiva per quest’opera realizzata al rustico, ovvero muri, intonaci, pietre e graniti, il minimo per imbastire una gara per l’appalto delle opere constava di L. 42.264,20. E con l’aggiunta delle volte in muratura in più L. 5.850,00.
Come sapevano fare con generosità i nostri nonni, con sacrifici e fatiche, il progetto venne discusso ampiamente dal Comitato Pro Erigenda ecclesia, ma approvato. E tutti contribuirono ai lavori, prestando lavoro manuale tutti i giorni dopo aver svolto il proprio nei campi, ed offrendo offerte e legati.
La generosità dei casorezzesi è ricordata anche dal card. Ferrari il 12 novembre del 1912. Anche alla diocesi venne richiesto un aiuto economico, che venne promesso e accordato.
Il 28 aprile 1907 si posò la prima pietra della chiesa e in quella occasione venne distribuita la cartolina con la facciata del progetto.
Con l’aiuto della fantasia possiamo immaginare come si presentava la chiesa il 26 aprile 1913, giorno dell’inaugurazione: come la vediamo oggi, ma più semplice e spoglia. Quel giorno ci furono festeggiamenti e vennero a celebrare la festa le associazioni cattoliche dei paesi vicini.
La stampa dell’epoca raccontò l’evento, importante per un piccolo paese come lo era il nostro nel 1917, e davanti a tutti si materializzò il progetto dell’ing. Casati.
Il resto della storia, che corre per cento anni fino ad oggi, nel è segno di speranze di parroci e parocchiani, adeguamenti, abbellimenti, migliorie (a volte realizzate a torto) ma che sono parte dei ricordi di tutti e del patrimonio di tutta la comunità dei fedeli, che dai bisnonni, ai nonni, ai genitori e a noi per tutte le generazioni hanno vissuto e sofferto sotto quel Cristo che dal tempietto bianco dell’altare maggiore guarda tutti.
Cronologia
1901 Il card. Ferrari nella sua visita pastorale invita la popolazione ad ascoltare il parroco e seguirlo nell’avventura di costruire un nuovo tempio a Casorezzo.
1906.10.21 Viene lanciata dai fratelli Michel’Angelo e Luigi conti Caccia Dominioni una sottoscrizione per la costruzione di una nuova chiesa parrocchiale.
1907.03.28 Posa della prima pietra.